“Nessuno
firma contratti senza la
certezza che si farà” RUSSI – “Il legno vergine per la centrale a biomasse sarà raccolto nel raggio di 70 chilometri, indipendentemente dal contratto quadro siglato tra Maccaferri, Coldiretti e i Consorzi Agrari d’Italia. L’assessore all’industria del Comune di Russi Enzo Bosi risponde con decisione all’interrogazione circa la provenienza delle biomasse, facendo leva sull’impegno preso da Powercrop nell’addendum all’accordo di riconversione, firmato il 2 dicembre 2009. La questione fu sollevata nel Consiglio di gennaio da due membri della maggioranza, Valentina Casali di Sinistra Ecologia e Libertà e Luca Balbi ex del Partito dei Comunisti Italiani ora indipendente. Nello specifico chiedevano “lo stato di avanzamento dei contratti pluriennali nell’ambito del bacino ex bieticolo, ovvero entro 70 km dal sito produttivo, nonché un quadro dettagliato ed esaustivo del reperimento del materiale da termo valorizzare prima di ogni eventuale provvedimento autorizzativo”. Il dibattito intorno alla provenienza delle biomasse nasce dal fatto che, per lungo tempo si e’ ritenuto che la proprietà dovesse comunicare il numero di contratti in suo possesso prima del permesso di costruzione. (Nota mia, non è che si è ritenuto, è cosi!!! punto e basta!) Finora i contratti conosciuti coprono una superficie di circa 700 ettari sui 9.000 necessari, dunque insufficienti per alimentare un impianto che brucerà 270.000 tonnellate annue di legno. “Finché non sarà terminata la Valutazione di impatto ambientale, difficilmente sarà possibile averne di nuovi, perché nessuno firma senza la certezza che la centrale sarà costruita”, spiega l’assessore. Stante l’attuale sottosviluppo della filiera agro energetica locale e siccome a impianto aperto questo deve comunque funzionare, nel giugno 2010 il gruppo Maccaferri firmò, a livello nazionale con Coldiretti e i Consorzi Agrari d’Italia, un contatto quadro che permette all’azienda di trovare biomasse anche al di fuori della filiera corta, senza perdere gli incentivi statali. Una mossa che sollevò dei dubbi circa la volontà di Powercrop di procurarsi legno anche oltre i 70 chilometri pattuiti. Perplessità aumentate anche dal fatto che lo stesso addendum impugnato dall’amministrazione come garanzia recita che la biomassa può arrivare “da filiera corta entro i 70 chilometri ovvero da accordi quadro e/o intese di filiera”. Sul punto interviene comunque Bosi specificando che “il limite della filiera corta sarà ribadito anche in sede di Valutazione di impatto ambientale”. Inoltre l’amministrazione si sente tutelata anche dal meccanismo di multa contenuto nell’addendum, che prevede il versamento di penali da parte di Powercrop nel caso in cui non riesca a raggiungere, entro quattro anni dall’apertura dell’impianto, la quota dell’80% di materiale bruciato proveniente da biomassa coltivata. Da La Voce di Romagna del 12 febbraio 201 |
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